Tra antico e moderno, Valencia a misura di Màsquespacio
Una città da girare a piedi, lasciandosi sorprendere da un tessuto urbano che intreccia tradizione e innovazione: The Passenger attraversa Valencia con Ana Milena Hernandez Palacios e Christophe Penasse, fondatori di Màsquespacio
“Il banchiere dei poveri”: Muhammad Yunus e la rivoluzione del microcredito
L’economista premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus è diventato famoso in tutto il mondo con l'invenzione del micro-credito e del business sociale. Un leader di pensiero che ha dedicato la vita a sconfiggere la povertà attraverso nuove idee di inclusione economica e sostenibilità, partendo da uno dei paesi più difficili al mondo, il Bangladesh
Queste sono le città con il miglior bike sharing in Europa
Il servizio di condivisione delle biciclette è stato messo ai raggi X in 148 città d’Europa nel report “Shared ambition” di Cycling Industries Europe. Spoiler alert: i più bravi nello sharing non sono per forza di cose i soliti noti per la passione delle due ruote
Mobilità e consumi: la Juventus dà un calcio alle emissioni
La società bianconera è impegnata a promuovere un sistema di trasporto sostenibile per condurre i tifosi allo stadio, in un’ampia strategia per la riduzione dell’impatto ambientale in occasione delle partite
Come siamo arrivati ai dazi Ue sulle auto elettriche fatte in Cina
L'Unione europea ha votato a favore dei dazi doganali sulle auto elettriche cinesi. La misura mira a proteggere l'industria dell'automobile in Europa, ma all'orizzonte c'è il rischio di una guerra commerciale con Pechino e non tutti i paesi dell'Ue sono d'accordo. Ecco cosa può succedere ora
Come aprire una zona d'aria pulita nella tua città: ecco la guida "dei sindaci"
Dai dati alle scelte politiche, attraverso la partecipazione dei cittadini: le zone a bassa emissione sono uno strumento di pianificazione urbanistica contro l’inquinamento e il traffico. Ecco la “cassetta degli attrezzi” che il gruppo delle Città C40 mette a disposizione di amministratori, associazioni e stakeholder pubblici per creare quartieri “a prova di polmoni”
Editor's Hub
Satoshi e Vitalik: alle origini della blockchain, tecnologia “della fiducia”
Dirompente, affascinante, controversa: la blockchain è una delle tecnologie più discusse degli ultimi anni, dalle criptovalute al “web3”. Ad aprire una nuova era sono stati due leader, diversi tra loro ma entrambi rivoluzionari: il misterioso Satoshi Nakamoto con Bitcoin e Vitalik Buterin, il ragazzo prodigio che inventò Ethereum
Satoshi e Vitalik: alle origini della blockchain, tecnologia “della fiducia”
Dirompente, affascinante, controversa: la blockchain è una delle tecnologie più discusse degli ultimi anni, dalle criptovalute al “web3”. Ad aprire una nuova era sono stati due leader, diversi tra loro ma entrambi rivoluzionari: il misterioso Satoshi Nakamoto con Bitcoin e Vitalik Buterin, il ragazzo prodigio che inventò Ethereum
Nel vasto panorama delle tecnologie dell’Industria 4.0, la blockchain è tra quelle che suscitano le maggiori aspettative per il potenziale innovativo trasversale a ogni settore economico. Nota anche come “tecnologia della fiducia”, promette tracciabilità, trasparenza e incorruttibilità delle comunicazioni scambiate tra pari, attraverso il sistema dei “registri distribuiti”.
Bitcoin è la prima blockchain creata nel 2008, ma l’identità segreta del suo inventore, Satoshi Nakamoto, è un mistero dei nostri tempi. Nata come alternativa a un sistema finanziario fragile e in crisi, Bitcoin è la moneta digitale che vuole eliminare il “fattore umano”, la discrezionalità e i margini di errore da ogni transazione di valore, con la garanzia di un’infrastruttura “peer-to-peer” impersonale.
Ma la storia della blockchain risale all’alba dell’era informatica e sembra destinata a proseguire in quella cibernetica. Nuovi talenti sono al lavoro per questo, come Vitalik Buterin, il ragazzo-prodigio inventore di Ethereum, la seconda blockchain più famosa del mondo, creata con il potenziale di “decentralizzare tutto” e di condurre la società digitale verso i nuovi orizzonti del web3. Satoshi e Vitalik sono i protagonisti di questa storia, che Infra The Mundys Journal racconta con l’aiuto del professore Ferdinando Ametrano, per la 9° puntata del podcast Pionieri del Futuro.
La mobilità come motore di inclusione sociale nelle città
Le infrastrutture e i servizi di mobilità che collegano le periferie ai centri urbani assicurano l’equità sociale e aiutano a superare la marginalizzazione. Il sistema dei trasporti può essere cruciale per promuovere la partecipazione sociale e ridurre le disuguaglianze
La mobilità come motore di inclusione sociale nelle città
Le infrastrutture e i servizi di mobilità che collegano le periferie ai centri urbani assicurano l’equità sociale e aiutano a superare la marginalizzazione. Il sistema dei trasporti può essere cruciale per promuovere la partecipazione sociale e ridurre le disuguaglianze
Secondo la definizione della Banca Mondiale, per inclusione sociale si intende il miglioramento delle condizioni in cui singoli individui e gruppi prendono parte alla società. Capita spesso, infatti, che non tutti partecipino a pieno alla vita politica, economica e sociale. Questa esclusione si può pagare a caro prezzo, sia a livello personale che di intera nazione. Le barriere sono solitamente radicate nei mercati del lavoro, nei quadri giuridici o nei sistemi sanitari mal concepiti, nonché in atteggiamenti o percezioni discriminatorie.
Questi aspetti occupano da sempre un posto di rilievo nelle agende sociali e politiche. C’è però un altro ambito, finora piuttosto trascurato, che sta acquisendo nuovo slancio: quello dei trasporti e della mobilità. L’esclusione sociale dovuta alla carenza di reti di trasporto è un tema di discussione a svariati livelli, dai consigli comunali ai forum internazionali.
Qualche spunto di riflessione
Il Forum internazionale dei trasporti (FIT), unico organismo globale a interessarsi di qualunque modalità di trasporto, ha posto l’inclusività all’apice del suo programma. Dal 18 al 20 maggio si è tenuto a Lipsia, in Germania, il vertice annuale dei ministri dei trasporti di tutto il mondo, con il motto: “Sistemi di trasporto per società inclusive”. La Presidenza marocchina ha dato priorità a diversi aspetti del tema dell’inclusione: dalla connettività per le comunità rurali al divario digitale, dalla diversità della forza lavoro nel settore dei trasporti ad un’attività di pianificazione e progettazione inclusiva.
Primo incontro tenutosi di persona dallo scoppio della pandemia di COVID-19, il summit è stata l’occasione perfetta per promuovere la transizione verso una mobilità più accessibile per tutti. Come ha sottolineato la rappresentante marocchina Larbi Fahim, Capo del dipartimento dei lavori stradali: «L’inclusione è un aspetto fondamentale delle società sostenibili, perché consente di partecipare pienamente alla vita di una comunità».
Il premio “Giovane ricercatore dell’anno”, assegnato annualmente dal FIT, è andato questa volta a Malvika Dixit, Ricercatrice di dottorato presso la Delft University of Technology. Il suo studio sugli effetti della progettazione del trasporto pubblico sull’equità riflette alla perfezione le parole di Larbi Fahim. Malvika Dixit ha attinto da un database di dati sulle smart card relativi a tutti i viaggi effettuati sulla rete di trasporto pubblico e li ha combinati con i dati sul reddito a livello di quartiere. Ne è emerso che i residenti delle aree periferiche a bassa densità devono percorrere tragitti più tortuosi, spendendo di conseguenza di più anche per i biglietti. La ricerca ha dimostrato un nesso profondo tra reddito e complessità dei tragitti: ad Amsterdam gli utenti dei mezzi pubblici nei quartieri a reddito prevalentemente elevato possono contare su percorsi più diretti, il che si traduce in distanze – e quindi costi – inferiori.
L’effetto combinato ha aggravato la disparità di reddito tra le fasce della popolazione più e meno abbienti, alimentando così le disuguaglianze di una società già divisa.
Cosa fare? Consigli utili per una mobilità inclusiva
Il Forum Economico Mondiale ha unito le forze con il Boston Consulting Group e l’Università di San Gallo, in Svizzera, per pubblicare a dicembre 2021 un Libro bianco sul contributo delle varie forme di mobilità all’inclusione e alla crescita sostenibile nelle città globali.
Sono state analizzate tre diverse città che rappresentano gli archetipi urbani più comuni: la policentrica Berlino, l’autocentrica Chicago e la megalopoli ad alta densità di Pechino. Le tre città condividono alcuni punti deboli, come la congestione del traffico e la presenza di quartieri isolati e poco serviti. In base agli esempi di queste aree metropolitane, i ricercatori hanno elaborato cinque imperativi a cui i responsabili decisionali dovrebbero attenersi per creare una mobilità socialmente più inclusiva.
In primo luogo, il miglioramento dell’inclusività dovrebbe rappresentare una priorità assoluta nella pianificazione e progettazione della rete di trasporti urbani. Perché la mobilità sia realmente inclusiva, bisogna adattare i sistemi alle persone con disabilità e a chi proviene da contesti socio-economici sfavoriti.
In secondo luogo, i gestori dei trasporti dovrebbero tenere conto sia della domanda che dell’offerta. Come hanno scoperto le autorità di Chicago, limitarsi ad aumentare la frequenza dei treni notturni e ad aggiungere linee di transito non determina necessariamente un incremento del flusso di passeggeri. Queste misure devono andare di pari passo con una reale comprensione della domanda e delle preferenze degli utenti.
Il terzo punto riguarda lo sviluppo di sistemi di mobilità più innovativi e multimodali, che sfuggano alla logica binaria delle automobili da un lato e del trasporto di massa dall’altro. Le recenti innovazioni nel campo della mobilità, come le navette a richiesta, le offerte di micromobilità (ad es. biciclette, scooter) e le applicazioni di car-sharing, svolgono un ruolo sempre più importante nel “puzzle della mobilità” urbana.
Bisogna inoltre coinvolgere la comunità nel processo decisionale. Tutti gli studi dimostrano che l’infrastruttura dei trasporti viene progettata meglio con i consigli e i riscontri delle comunità locali. Infine, ma non certo per importanza, la raccolta di dati e l’esecuzione di progetti pilota di mobilità sono l’unica garanzia di successo per iniziative davvero scalabili. I programmi pilota garantiscono un’analisi approfondita della soluzione scelta e aiutano a identificare i possibili ostacoli.
Mobilità inclusiva significa società equa
Come sottolinea il Libro bianco del Forum Economico Mondiale, la maggior parte dei sistemi di trasporto ha lo stesso aspetto e funziona esattamente come negli anni ‘50, quando la società però era radicalmente diversa. Solo ora i responsabili delle decisioni iniziano a comprendere il ruolo fondamentale dei trasporti per fornire posti di lavoro, accesso all’istruzione e a un’assistenza sanitaria di qualità e, di conseguenza, per favorire la crescita socio-economica e l’equità sociale. La mobilità non è solo un modo per spostare le persone da un luogo a un altro, è un modo per farle avanzare lungo la scala sociale. Ecco perché lo sviluppo del giusto approccio a un trasporto urbano equo occuperà un posto sempre più rilevante nelle agende politiche dei prossimi decenni.
Media Hub
Sembrava solo fantasia ma ora è realtà: le macchine che imitano le facoltà della mente umana sono arrivate e sono qui per restare. Sam Altman ha reso l’Intelligenza Artificiale a portata di tutti, grazie a OpenAI. La sua creatura, ChatGPT impone all’uomo delle domande, che “Pionieri del futuro” affronterà con l’aiuto di un neuroscienziato e di un ospite del tutto… inatteso.
Una città «lenta nella sua visione globale» ma che «nel quotidiano si muove tantissimo»: è Roma, nel racconto di Maria Azzurra Rossi, co-fondatrice di Mint List, agenzia di pr e comunicazione. Qui le trasformazioni della mobilità e urbanistiche hanno restituito nuova vita e interesse a quartieri e piazze, dove si intrecciano le storie di milioni di cittadini, turisti e fuori sede
Un piccolo oggetto da cui è partito tutto, un tassello di pochi millimetri di tecnologia che 50 anni fa ha reso disponibile l’informatica al grande pubblico: è il microprocessore e il suo inventore è Federico Faggin. Un’idea che ha rivoluzionato per sempre il modo di vivere, lavorare e connettersi per miliardi di persone sul pianeta. Per Pionieri del futuro parliamo con l'ingegnere italiano, oggi impegnato in una instancabile attività divulgativa
Green
Progetti a minor impatto ambientale e soluzioni a prova di futuro per una sostenibilità che parte dalle fondamenta.
L’economista premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus è diventato famoso in tutto il mondo con l'invenzione del micro-credito e del business sociale. Un leader di pensiero che ha dedicato la vita a sconfiggere la povertà attraverso nuove idee di inclusione economica e sostenibilità, partendo da uno dei paesi più difficili al mondo, il Bangladesh
Infrastructure
Le possibili evoluzioni del digitale, dei materiali e dell'innovazione, al servizio di chi progetta.
Mobility
Idee, scenari e dati per inquadrare al meglio il settore della mobilità che può cambiare il modo di vivere di tutti.
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