La Barcolana di Trieste è una delle regate veliche più famose al mondo e, dal 2018, è presente nel Guinness dei Primati come "Largest Sailing Race", regata più grande del mondo, grazie alle 2.689 imbarcazioni iscritte in quell’edizione.
Tradizionalmente la Barcolana è il secondo evento più importante dell’anno del capoluogo della regione, il Friuli Venezia Giulia, seconda solo all’assemblea delle Assicurazioni Generali, che, non a caso, sono main sponsor della manifestazione. La regata ogni anno attira a Trieste una media di 25-30mila velisti e fino a 400mila visitatori. Se si pensa che Trieste ha circa 200mila abitanti ci si rende conto quale impatto sulla città possa avere la manifestazione, che si articola per un totale di dieci giorni.
Diminuire la “carbon footprint” e l’impatto di Barcolana è uno degli obiettivi che l’evento si è dato per questa 56esima edizione. L’impegno deriva anche dall’avanzamento della tecnologia: alla fine dell’edizione 2023, grazie alla partnership con Justonearth, Barcolana ha ottenuto il valore di alcuni parametri che, senza un modo per misurarli, erano sempre rimasti vaghi.
La startup ha dato a Barcolana un criterio di misurazione stabile e un risultato per il numero di persone presenti nei giorni dell’evento, e «partendo da quel dato e insieme a ulteriori parametri che la startup è in grado di calcolare, saremo in grado di avviare un processo di misurazione dell’impatto dell’evento e quindi avere nel tempo un dato che ci permetterà di valutare come migliorare e rendere l’evento più sostenibile», ha spiegato il presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz (nella foto sotto, Ndr) che organizza la manifestazione.
Secondo i dati rilevati nei primi giorni il “littering” (l’abbandono dei rifiuti, Ndr) ha una flessione continua, in media del 2% rispetto ai valori dello scorso anno, mentre le emissioni di CO₂ hanno avuto flessioni massime dell’8% ma anche giorni di leggera crescita nel confronto annuale. Per l’edizione 2024, spiega ancora Gialuz, «l’obiettivo è ridurre almeno del 15% rispetto all’anno scorso i dati relativi alle emissioni. Dobbiamo ricordare che Barcolana è un evento complesso e secondo me, come in tutti gli eventi simili, la sostenibilità va misurata a 360°. Quindi, da come si arriva alla Barcolana a qual è la sua incidenza sulla città, che si misura in diversi modi, anche attraverso il tasso di raccolta differenziata. Stiamo mettendo a punto e perfezionando una serie di indicatori».
La differenziata sta dando un buon apporto?
«È vero. Nel corso degli anni abbiamo lavorato sul tema dell’incidenza del tasso di raccolta differenziata che facciamo nei giorni dell’evento considerato che viviamo in una città, Trieste, dove la raccolta differenziata è abbastanza bassa e che la Barcolana è un evento che presenta una serie di criticità legate alla presenza di un ‘villaggio temporaneo’ sulle rive».
Raggiungere l’evento è sempre complesso. Cosa avete pensato per evitare il traffico?
«Abbiamo lavorato per calcolare bene i flussi delle persone, per cercare di chiudere le Rive di Trieste e assicurare l'accesso in città attraverso dei bus elettrici che vengono messi a disposizione da Trieste Trasporti. Queste sono le misure messe in campo, oltre alla sensibilizzazione all’uso del del treno come mezzo principale per arrivare in città. Nel corso degli anni siamo riusciti ad allungare significativamente il periodo dell’evento da 4-5 giorni a 10 giorni. Abbiamo una media storica di 400mila presenze nei dieci giorni».
Sembra di capire che l’obiettivo sia far diventare la Barcolana un volano di sostenibilità, corretto?
«Assolutamente, l’obiettivo è esattamente questo, di utilizzare Barcolana per un’attività di sensibilizzazione dei cittadini. Vanno in questo la dotazione di bicchieri 100% riciclabili, per evitare i bicchieri monouso e promuovere la differenziata, sia per chi è, in barca, sia per chi partecipa da terra. Tutto questo vuole essere uno stimolo a continuare durante l’anno a differenziare. Inoltre siamo stati la prima regata al mondo ad avere un ‘Responsabile ecologico di bordo’, per cui nel modulo di iscrizione, oltre a indicare il timoniere, va nominato questo ruolo che garantisce una partecipazione sostenibile a ciascuna imbarcazione, dal momento in cui si fa la spesa, al momento in cui si fa separano i rifiuti. Per queste figure abbiamo pensato un decalogo per cercare di implementare alcune buone prassi».