Abbiamo la tecnologia, come usarla? All’origine delle smart city con Municipia

Municipia realizza la trasformazione digitale dei Comuni nella sicurezza, welfare, partecipazione e mobilità. La tecnologia offre già molte soluzioni, ma servono coordinamento e maturità a livello amministrativo. Ne parliamo con Stefano De Capitani, Ceo di Municipia (Gruppo Engineering) che ha stretto un MoU con Yunex per future collaborazioni nel settore ITS (Intelligent Transport System) e ha già lavorato a Pisa e Bologna

Gestire il traffico, migliorare la qualità dell’aria, aumentare la sicurezza stradale e ridurre la congestione urbana. Nelle grandi metropoli internazionali, così come in Italia, stiamo assistendo attualmente a una profonda trasformazione legata al crescente sviluppo delle smart cities che si accompagna ad ambiziosi obiettivi di sostenibilità. Un percorso lungo e a tappe, che passa necessariamente dall’abilitazione degli enti locali, ancora oggi spesso oggetto di una serie di innovazioni tecnologiche che difficilmente possono essere “messe a terra” in autonomia. Il ceo Stefano De Capitani (nella foto sotto, ndr) racconta a Infra Journal come Municipia (società del gruppo Engineering ) affianca gli enti locali (oltre 600 comuni di ogni dimensione) nel loro percorso di trasformazione digitale. Una sfida che per Municipia, vero e proprio “abilitatore”, passa dal coordinamento, dalla progettualità e dalla gestione dei processi.

Stefano De Capitani

La necessità di tecnologia delle nostre città è crescente. Perché e di cosa hanno bisogno?

«La transizione digitale e quella ecologica vanno a braccetto, motivo per cui oggi le nostre città hanno sempre più necessità di tecnologia, ma soprattutto di riuscire a mettere a terra questa tecnologia che oggi non è più solo verticale, ma è un ecosistema integrato che va coordinato e gestito. Ecco perché oggi gli enti locali hanno necessità di essere affiancati da partner tecnologici che li supportino nel realizzare ecosistemi urbani e digitali necessari ad affrontare e supportare il cambiamento a cui stiamo andando incontro».

Ce li descrive?

«Dalla necessità di spostarsi rapidamente, a quella di farlo risparmiando e in modo sostenibile, oggi la mobilità è un nuovo mondo vivo in continua evoluzione che ha bisogno di risposte immediate e interconnesse. Per fare questo è sempre più necessario avere dati e capire chi si sposta, come lo fa, con quali possibilità e ambizioni. Per questo è molto importante creare dei modelli e predire i flussi con i “gemelli digitali”».

Di cosa si tratta?

«Si tratta di una replica virtuale di risorse fisiche, potenziali ed effettive, che equivalgono a oggetti, processi, luoghi, infrastrutture, sistemi e dispositivi e che nel nostro caso permettono di replicare un sistema come, ad esempio, quello di una città per simularne traffico, spostamenti, opportunità e creare così modelli predittivi e scenari di cambiamento. Si tratta di modelli che cambiano da realtà a realtà. Ma in un ecosistema cittadino mettono in atto, sulla base dei dati, il miglior modello possibile in base agli obiettivi prefissati».

Il memorandum con Yunex va in questa direzione?

«L’accordo con Yunex Traffic Italia si colloca all’interno della nostra strategia di sviluppo delle città e dei loro servizi ai city users basata sull’innovazione, la sostenibilità, l’inclusione sociale. L’ecosistema digitale derivante dall’integrazione delle nostre soluzioni con quelle del partner genera nuovo valore, implementando un modello end-to-end di gestione e nuovi processi di regolazione della mobilità, di programmazione delle infrastrutture, di utilizzo dello spazio urbano e di gestione dei servizi, valorizzando la collaborazione tra pubblico e privato anche in ottica di business process outsourcing».

State trasformando molti Comuni, quali sono le maggiori difficoltà in essere?

«Si tratta di progettare, trasformare e gestire un processo. Tutte fasi cruciali, anche se, quella che riteniamo più critica, è l’ultima. La gestione successiva di una tecnologia o di un nuovo ecosistema richiede competenze specifiche a cui spesso le amministrazioni non pensano. Spesso viene acquisita una tecnologia, ma poi non si sa chi la gestisce. Noi come Municipia pensiamo con attenzione anche e soprattutto a questa sorta di “ultimo miglio”».

Esiste un ostacolo legato ai costi o a tematiche di privacy?

«Direi di no, anzi, i fondi con il Pnnr non mancano e le modalità di Project financing o Partenariato Pubblico Privato ben si adattano a questo sviluppo. Quanto alla privacy il Gdpr, che è un regolamento dell’Unione Europea che disciplina il modo in cui le aziende e le altre organizzazioni trattano i dati personali, permette un’ attenta vigilanza. Distinguere poi il soggetto che tratta i nostri dati è doveroso. Un conto è la Pa ed un altro il privato che opera in regime autorizzativo».

Quale sarebbe il modello ideale per le nostre città?

«Un modello che parte da un presupposto chiave: la mobilità non è indipendente da altri dati come la situazione economica, sociale, familiare, e lavorativa. Solo considerando la prima in funzione di queste, e molte altre variabili socio ambientali, possiamo costruire un modello vincente».

Descrive qualche modello che è già realtà?

«Pisa, città d’arte motore socio-economico di un’area urbana di 200mila abitanti e interessata da un’affluenza mensile di 300mila turisti, si caratterizzava per pesanti fenomeni di congestione, con traffico sia nel centro storico sia nelle principali strade di accesso, ostacolando il trasporto pubblico. Per regolare i flussi di traffico si rendeva necessario un sistema di regole e tariffe di accesso altamente flessibile e configurabile per fasce orari e utenti, insieme alla digitalizzazione dei relativi permessi di mobilità e sosta. Oggi, grazie all’implementazione delle nostre soluzioni di mobilità siamo riusciti a creare una piattaforma unica per la mobilità cittadina che digitalizza processi esistenti e crea nuovi punti di contatto web e mobile con il cittadino e nuovi servizi come lo smart parking. A Bologna, invece, siamo scesi in campo per monitorare e gestire efficacemente gli accessi alla ZTL, ridurre il carico di lavoro dei dipendenti allo sportello e migliorare la vita dei cittadini grazie a un sistema dinamico, altamente configurabile, in grado di rispondere alle continue modifiche di regolamentazione degli accessi alla zona centrale della città».


Sofia Fraschini - Giornalista economico-finanziaria, laureata in Sociologia a indirizzo Comunicazione e Mass media, ha iniziato la sua carriera nel gruppo Editori PerlaFinanza (gruppo Class Editori) dove ha lavorato per il quotidiano Finanza&Mercati e per il settimanale Borsa&Finanza specializzandosi in finanza pubblica e mercati finanziari, in particolare nei settori Energia e Costruzioni. In seguito, ha collaborato con Lettera43, Panorama, Avvenire e LA7, come inviata televisiva per la trasmissione L’Aria che Tira. Dal 2013 lavora come collaboratrice per la redazione economica de Il Giornale e dal 2020, per il mensile del sito Focus Risparmio di Assogestioni.

Altri come questo