L'impact investing spazia attraverso diversi settori per raggiungere risultati Esg tangibili e misurabili, con il potenziale di migliorare le nostre vite

L'impact investing spazia attraverso diversi settori per raggiungere risultati Esg tangibili e misurabili, con il potenziale di migliorare le nostre vite

Investire con un impatto sostenibile: ora c’è anche il “fondo di fondi”

Fondo Italiano d’Investimento Sgr ha lanciato il primo fondo di fondi in Italia focalizzato sul mercato dell’impact investing, legato a obiettivi sociali misurabili nei settori della transizione energetica, digitale e della circular economy

ESG, responsabilità sociale, sostenibilità sono obiettivi rappresentati in ogni settore dell’economia e sempre più presenti anche in finanza. Fondo Italiano d’Investimento Sgr, partecipata da Cdp Equity e da primari istituti italiani, sta facendo da apripista in un ambito particolare, quello dei cosiddetti “fondi di fondi”, gli investimenti indiretti, ossia investimenti in veicoli gestiti da altri operatori e realtà di private equity. Alcuni numeri, estratti dall’ultimo report di sostenibilità di Fondo Italiano, esplicitano gli impatti socioeconomici realizzati dalla Sgr: sono 728 i milioni di euro di Pil riconducibili alle aziende degli investimenti diretti e indiretti di Fondo Italiano d’Investimento e più di 9.900 gli occupati complessivi.

La SGR ha lanciato il Fondo FOF Impact Investingil primo fondo di fondi in Italia focalizzato sul mercato dell’impact investing e qualificato come fondo di fondi ai sensi del Regolamento SFDR dell’Unione Europea. L’impact investing consiste nell’investire in start-up, imprese e fondi legati a obiettivi sociali misurabili e in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori. Investimenti che si collocano, di fatto, in un territorio intermedio tra filantropia e investimenti sostenibili. 

Un fondo di fondi, che si aggiunge agli altri otto strumenti di quest’area sino ad ora lanciati da Fondo Italiano, che ha l’obiettivo di contribuire agli obiettivi definiti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, tramite l’investimento in via esclusiva in fondi ex. articolo 9 (che hanno un obiettivo di investimento sostenibile) o in imprese sociali italiane. Da circa un anno sul mercato, FOF Impact Investing punta ad investire, indirettamente attraverso fondi o direttamente in co-investimento, su società basate in Italia o anche in fondi europei. A novembre del 2022 è stato perfezionato il closing da 50 milioni di euro interamente sottoscritti da Cassa Depositi e Prestiti. Obiettivo? Attrarre competenze e investimenti sul mercato italiano e, parallelamente, colmare un gap presente nell’ecosistema del private capital italiano.

Luigi Tommasini, senior partner di Fondo Italiano d’Investimento a capo dell’area fondi di fondi, spiega come, nel concreto, questi investimenti impattino la realtà.

«Di recente abbiamo investito in Fidec, il fondo gestito da Xenon che promuove investimenti di private equity in società con tecnologie abilitanti per la transizione energetica. Il fondo si pone l’obiettivo di investire in realtà operanti in settori quali il riciclo e la gestione dei rifiuti, le tecnologie per le energie rinnovabili, la gestione ed il trattamento dell’acqua, tecnologie per il biometano ed il biofuel, oltre che l’economia digitale e sharing economy». 

Quali sono i prossimi passi?

«Stiamo lavorando con gestori di investimenti alternativi italiani e esteri per continuare a realizzare partnership strategiche con altre realtà che, con Fondo Italiano d’Investimento, intendono mettere in campo investimenti in grado di coniugare attraenti ritorni per gli investitori con una pianificazione per il raggiungimento di risultati tangibili e misurabili in termini di impatto sociale, ambientale e di governance. Stanno nascendo interessanti fondi nei verticali nell’healthcare, wellbeing, agrifood e terzo settore».

Ci può fare un esempio di investimenti simili in Italia?

“Tra le eccellenze italiane in cui il Fondo investe c’è, ad esempio, Friem. Un’azienda che dal 1950 realizza raddrizzatori di corrente, indispensabili per alimentare i processi industriali per natura molto intensivi. Oggi un vero e proprio gruppo internazionale, con uffici, siti produttivi in ogni continente, con filiali negli USA e in Brasile ed una sede commerciale in Indonesia. Nel prossimo triennio prevede di crescere nel settore tradizionale dell’industria e dell’idrogeno verde, per raggiungere una produzione di valore di circa 70 milioni di euro”.


Giuseppe Failla - Graduated in law, he began his carees as a correspondent for local publications in 1994 in Milan, where he works on the Tangentopoli affair, too. After a long time as a free lance he arrives in one of the major Italian radio and later he joins a financial newsroom, where he is editor in chief, today. He contributed for a long time with Il Foglio, Riformista, Indipendente and Panorama. He is also a media training teacher, today.

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