Dal prossimo mese di gennaio entreranno in vigore nuove normative Ue che renderanno le valutazioni Esg sempre più centrali nel mondo del credito. Elena Flor è responsabile Esg & sustainability di Intesa Sanpaolo, prima banca in Europa, seconda al mondo e unica in Italia, tra le 100 società quotate più sostenibili al mondo, secondo quanto emerso nel corso dell’ultimo World Economic Forum di Davos. «Con il Piano di Impresa 2022-2025 l’impegno sui temi Esg costituisce per la prima volta una delle quattro direttrici del piano, con obiettivi definiti e monitorati trimestralmente al pari degli obiettivi economico-finanziari - spiega Flor -. Il raggiungimento di questi obiettivi è sostenuto da una governance dedicata, che fa leva sulla cabina di regia Esg, costituita nel 2020 a supporto del comitato di direzione, e sull’ampliamento delle competenze del comitato rischi e sostenibilità».
Fate anche “formazione” della clientela?
«Uno dei pilastri più importanti della strategia Esg del gruppo è la diffusione della cultura della sostenibilità sia all’interno sia nei confronti dei clienti per i quali, oltre a specifici prodotti di finanziamento, abbiamo attivato iniziative quali i Laboratori Esg e il Circular Economy Lab (CE Lab). I primi sono punti di incontro fisici e virtuali finalizzati a promuovere il confronto e a stimolare la consapevolezza sulle tematiche climatiche. Il CE Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center punta a sostenere e accompagnare la trasformazione del sistema economico italiano attraverso la diffusione di nuovi modelli di business improntati ai criteri dell'economia circolare. Sappiamo che soprattutto le Pmi hanno bisogno di essere supportate nell’acquisizione di consapevolezza e di competenze per avviare un processo di trasformazione sostenibile del business che ne sostenga la competitività, in un mercato in profonda evoluzione».
Cosa cambierà nel mondo del credito?
«Negli ultimi anni il sistema bancario si è impegnato nello sviluppo di prodotti di finanziamento dedicati alla transizione delle imprese e nell’adozione di nuovi framework creditizi finalizzati a orientare maggiormente i portafogli creditizi in ottica Esg. L’entrata in vigore della tassonomia europea e le raccomandazioni della Commissione sull’agevolazione dei finanziamenti per la transizione verso un’economia sostenibile stanno rafforzando questo processo. Intesa Sanpaolo ha integrato fattori e criteri Esg in tutto il processo di erogazione del credito, attraverso un nuovo framework creditizio Esg / climate che prevede tre livelli di valutazione: a livello di settore economico, a livello di singola controparte e a livello di singola transazione».
Come vi state preparando all’entrata in vigore del Gar?
«Il Green asset ratio è un indicatore che rappresenta il rapporto tra gli asset creditizi che finanziano attività allineate alla tassonomia Ue e le attività totali di bilancio, con alcune esclusioni. Da gennaio 2024 le banche dell'Ue saranno tenute a pubblicare i primi dati di allineamento delle proprie esposizioni ai due obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici della tassonomia Ue e successivamente dovranno farlo per i rimanenti quattro obiettivi ambientali, al fine di dimostrare in che misura le attività finanziate soddisfano i criteri di sostenibilità definiti dalla Commissione europea. Intesa Sanpaolo si è attivata per tempo con il progetto ‘Esg reporting’, che ha seguito l’impostazione e finalizzazione del calcolo del Gar - prima a livello di ‘ammissibilità’ e poi di ‘allineamento’ - con un importante impegno sull’adeguamento dei processi di classificazione dei finanziamenti con la tassonomia Ue. Più in generale, il progetto è finalizzato a creare un approccio integrato e trasversale alla rendicontazione di sostenibilità».
Come cambierà il rapporto col cliente?
«I nuovi obblighi di rendicontazione di sostenibilità hanno un carattere di proporzionalità: si applicheranno a valere sull’esercizio 2024 per le società già soggette alla Nfrd (Informativa a carattere non finanziario) e a valere sull’esercizio successivo per un maggior numero di imprese di grandi dimensioni, mentre le Pmi, limitatamente alle quotate, saranno coinvolte a partire dalla rendicontazione relativa all’esercizio 2026 sulla base di standard semplificati.
Tuttavia, sia in quanto presenti nelle catene di fornitura di grandi imprese e sia per un migliore accesso al credito, anche le Pmi sono chiamate ad affrontare il cambiamento acquisendo nuove competenze, avviando progetti di miglioramento delle proprie performance di sostenibilità e implementando nuovi processi di monitoraggio e di rendicontazione di indicatori Esg. Questo comporterà investimenti finalizzati a una maggiore resilienza e competitività, potendo contare anche sul supporto del sistema bancario. A fronte di tali investimenti, le imprese avranno condizioni migliorative in coerenza con le politiche creditizie delle banche che stanno evolvendo con l’integrazione dei fattori Esg. L’obiettivo sarà comunque di sostenere non solo le imprese già più avanti su tale percorso ma anche quelle che devono ancora avviare iniziative di miglioramento e trasformazione sostenibile».