Alcune delle vetture del corpo dei Carabinieri Forestali che circolano per le strade di Roma ospitano un piccolo “ufo” sul tettuccio. Questa avveniristica scatola ospita a sua volta un occhio elettronico in grado di monitorare lo stato di salute del verde urbano, contribuendo alla prevenzione dei rischi e quindi alla sicurezza dell’ambiente cittadino.
Il dispositivo si chiama Greenery Scanner e ad abilitare le sue funzionalità sono le schede elettroniche frutto della ricerca congiunta di FAE Technology, gruppo tech italiano che opera nel settore dell’elettronica, con il Senseable City Lab del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, di cui la stessa FAE Technology è consortium member.
Il progetto è già attivo in sette città, tra cui New York, Amsterdam, Boston e Stoccolma, ed è in fase di studio in altre tre metropoli. Per esempio, nella località americana di Cambridge, nei sobborghi di Boston, i dispositivi sono stati installati sui camion del servizio di igiene urbana, che sono così diventati “sentinelle” in grado di catturare la variazione spaziotemporale di indicatori ambientali, come la qualità dell'aria per la salute umana o il flusso termico degli edifici. Le soluzioni si rivolgono principalmente alle amministrazioni pubbliche, per consegnare agli urban manager un dataset e che sviluppi soluzioni di analisi dei dati avanzate.
FAE Technology è una società Benefit quotata sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana. La scelta di divenire società Benefit, è stata presa nella convinzione che tecnologia e sostenibilità vadano nella stessa direzione, in cui imprese e comunità co-operano per una società più sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale e di governance.
Lo scorso anno ha generato ricavi pari a 61,7 milioni di euro, con un aumento del 56,5% rispetto al 2022, Ebitda di 7,6 milioni e un utile di 3,58 milioni, in crescita rispettivamente del 10,1% e del 4,8% rispetto al precedente esercizio.
A partire dallo scorso marzo, Ray Ozzie ricopre il ruolo di Technology Advisor del gruppo. L’imprenditore e innovatore statunitense, già Chief Technical Officer e Chief Software Architect di Microsoft dal 2005 al 2010 e oggi fondatore e CEO di Blues Wireless, supporta FAE Technology nell’estensione del proprio business model, con particolare attenzione alle opportunità offerte dai mercati dell’edge computing e dell’intelligenza artificiale. Ozzie fornisce direttamente al management della Società il proprio contributo in termini di advisory tecnologico, ai fine di cogliere le crescenti opportunità del mercato, implementare soluzioni all’avanguardia e supportare il gruppo nei propri processi di sviluppo.
Attraverso questa partnership strategica, FAE Technology punta a rafforzare la propria posizione a livello nazionale e internazionale, continuando a contribuire al progresso tecnologico dei settori nei quali l’elettronica svolge un ruolo determinante.
Gianmarco Lanza, presidente e amministratore delegato di FAE Technology (nella foto sotto, Ndr), spiega come la tecnologia elettronica può contribuire al miglioramento dei contesti urbani.
«L’elettronica è un elemento pervasivo, trasversale a tutti i settori al centro delle sfide del presente, di cui rappresenta l’elemento abilitante. Tutto ciò che è connesso e interessato dalla trasformazione digitale implica l’utilizzo dell’elettronica. In questo ambito rientrano le tecnologie alla base della smart city, come ad esempio la sensoristica e le telecomunicazioni, che consentono di accumulare dati e trasformarli in informazioni utili allo sviluppo della città intelligente».
Può raccontarlo con esempi pratici?
«Da due anni contribuiamo a sviluppare dispositivi di monitoraggio ambientale a fianco del Senseable City Lab del MIT di Boston. Un frutto di questa sinergia è Flatburn, un sistema alimentato da energia solare e dotato di sensori. Il dispositivo viene installato sui veicoli stradali, che fungono da postazioni mobili per rilevare in modo georeferenziato una serie di parametri. Tra questi la qualità dell'aria, l’efficienza energetica, l’impatto acustico, l’umidità e le isole di calore, al fine di restituire alle istituzioni e ai cittadini dati utili per efficientare le città sotto diversi profili. Inoltre, abbiamo partecipato allo sviluppo di un ulteriore device. Si chiama Greenery Scanner e rappresenta un’evoluzione tecnologica di Flatburn. Il dispositivo è in grado di realizzare uno screening e di monitorare costantemente il verde urbano. Grazie a telecamere a infrarossi, è in grado di interpretare il colore del tronco o delle foglie delle piante, che, confrontato con parametri biologici e chimico-fisici, permette di individuare la presenza di parassiti, funghi o altre situazioni di instabilità. A partire dai risultati dell'indagine sul campo, saranno sviluppati specifici algoritmi di analisi per la prosecuzione e l’implementazione del progetto stesso».
Si tratta di soluzioni che trovano applicazione solo negli ambienti urbani?
«No, non solo in città, ma anche in campagna e nei territori soggetti a fragilità. In questo caso possiamo parlare di Smart Predictive Environment, che può fornire elementi utili per la gestione di temi sempre più attuali, in un contesto di cambiamento climatico. Per esempio, FAE Technology ha ingegnerizzato e prodotto le schede elettroniche che abilitano la sonda Finapp, messa a punto dall’omonima azienda veneta spin-off dell’Università di Padova. Il dispositivo rileva l’umidità dei terreni e della neve tramite la tecnologia CNRS, in grado di calcolare l’interazione tra i raggi cosmici e l’acqua contenuta nella superficie in analisi. Tra le applicazioni rientrano l’abbattimento degli sprechi d’acqua in agricoltura e la prevenzione del rischio idrogeologico, con sistemi di pre-allertamento frane e inondazioni».