Le sinergie innovative nella mobilità per turisti e residenti

Ora che la prima stagione di viaggi estivi dopo la pandemia di coronavirus sta volgendo al termine, le città di destinazione avranno imparato a ricostruire di nuovo e meglio? Ecco come i servizi innovativi per i turisti possono migliorare la qualità della rete di trasporto quotidiana e renderla fluida e resiliente anche per i residenti

L’industria dei viaggi e del turismo si è risollevata dai minimi della pandemia di COVID-19. Secondo un’analisi del Mastercard Economics Institute, si stima che rispetto al 2021 quest’anno ci saranno 1,5 miliardi di passeggeri in più a bordo degli aerei. Anche rispetto agli anni precedenti alla pandemia, i viaggi sono in piena espansione. Le prenotazioni dei voli hanno già superato i livelli del 2019 per le tratte a breve e medio raggio. Secondo Amadeus, anche le prenotazioni alberghiere sono già salite oltre i dati pre-Covid. La cosa non sorprende, visto che oltre alla normale attività di viaggio, il 54% dei consumatori è in attesa di “recuperare” quelli sospesi a causa della pandemia. Tuttavia, come per altri settori dell’economia e della società, il ritorno alla vita “normale” non ha fatto che alimentare la consapevolezza di sfide preesistenti. Le infrastrutture non sono preparate, le mete sovraffollate e le pratiche non sostenibili sono piuttosto diffuse. Se l’obiettivo è riportare in auge i viaggi e il turismo, servono infrastrutture che vadano a beneficio non solo dei visitatori ma anche dei residenti.

Nuove tecnologie per vecchi problemi

L’industria del turismo è una componente economica essenziale delle città di tutto il mondo. Disporre di infrastrutture di alta qualità costituisce un importante vantaggio competitivo. Come ben si evince dal boom del turismo post-pandemia, i viaggiatori desiderano godere delle opportunità culturali, commerciali e culinarie che le città hanno da offrire. Allo stesso tempo, il modo in cui i residenti interagiscono con le città sta cambiando rapidamente. La diffusione delle forme di lavoro “ibride” ha ridotto la necessità di avere interi quartieri dedicati agli uffici e il confine tra zone residenziali, prettamente lavorative e di svago nell’ambiente urbano è sempre più sottile. Questa nuova realtà dovrebbe riflettersi anche nel modo in cui le città costruiscono le infrastrutture a sostegno del turismo.

Un’idea è integrare i sistemi infrastrutturali già noti con nuove tecnologie di facilitazione. Nelle infrastrutture di transito, ciò significa semplificare la cosiddetta “user experience” sia per i turisti che per i residenti. Una strategia consiste nell’implementare più sistemi di pagamento a circuito aperto (“open-loop”) che prevedono l’utilizzo di carte di credito e di debito e biglietti per accedere ai trasporti pubblici. Permettere ai visitatori di utilizzare una carta che hanno sempre comodamente nel portafoglio evita loro la confusione di doversi destreggiare con un complesso sistema di biglietterie in una nuova città, che spesso ha un funzionamento tutto suo. Le soluzioni a circuito aperto evitano questa stessa scocciatura anche ai residenti, che sono quindi più incoraggiati a utilizzare i mezzi pubblici. Ovviando alla necessità di emettere, distribuire e gestire i tradizionali biglietti, i sistemi open-loop fanno anche risparmiare denaro alle città: un esempio è Londra che, da quando è passata ai biglietti a circuito aperto, ha visto le sue casse rimpolparsi dell’equivalente di 130 milioni di dollari l’anno.

Più opzioni, più accesso

Anche ampliare le tipologie di trasporti e le opzioni di mobilità può risultare vantaggioso sia per i turisti che per i residenti. Ad esempio, la flotta di autobus elettrici autonomi (AV) in fase di sperimentazione a Malaga, in Spagna, è stata originariamente concepita come un modo per fornire un collegamento semplice e comodo al centro città per i passeggeri delle navi da crociera che sbarcano al porto. Gli AV offrono un’opzione di transito più sicura ed efficiente e possono svolgere un ruolo particolarmente utile come trasporto dell’ultimo miglio (cioè da una fermata del trasporto pubblico alla porta di casa). Alcune mete turistiche stanno già sperimentando gli AV, come nel caso delle “navette” senza conducente del Lake District National Park nel Regno Unito. Man mano che queste tecnologie prendono piede, gli ambienti urbani diventano più accessibili anche ad anziani e disabili, che possono spostarsi in modo più sicuro, efficiente e sostenibile su strade altrimenti difficili da percorrere a piedi.

Anche l’aumento delle opzioni di micromobilità migliorerà la vita di residenti e turisti. Per i residenti, le biciclette, gli scooter e i ciclomotori possono fornire la connettività dell’ultimo miglio che spesso manca in molte città. I visitatori invece sono sempre più desiderosi di conoscere destinazioni “autentiche”, ovvero zone trendy fuori dai quartieri turistici più conosciuti, che offrono uno spaccato più realistico della vita locale. Grazie alle opzioni di micromobilità è quindi più semplice “uscire dai sentieri battuti”, e anche in questo caso i sistemi a circuito aperto facilitano l’esperienza degli utenti. Ne è una dimostrazione Helsinki, dove Freebike ha sperimentato l’e-bike “tap-and-go” che permette di utilizzare le biciclette elettriche senza registrarsi o scaricare una app. Entrambe le strategie offrono l’opportunità di ridimensionare il turismo di massa, guidando i visitatori al di là delle mete tradizionali verso quartieri meno frequentati, limitando così gli affollamenti e migliorando di conseguenza la qualità di vita dei residenti.

Perfezionare i porti di entrata

Mentre i sistemi di transito all’interno delle città non hanno ancora raggiunto i livelli di affollamento pre-pandemia, lo stesso non si può dire degli aeroporti in tutto il mondo. Terminal intasati, lunghe file di attesa, voli persi e bagagli smarriti sono stati all’ordine del giorno quest’estate. Molti di questi problemi sono però dovuti ai tagli al personale e alle attrezzature che hanno colpito gli aeroporti all’apice della pandemia e potrebbero quindi essere risolti, o quanto meno alleviati, entro il 2023 grazie alle nuove assunzioni.

Ciò non toglie che gli aeroporti devono comunque affrontare problematiche di più lungo termine. I controlli di sicurezza e dei passaporti continueranno a rappresentare uno scoglio anche dopo che il personale aereo e di terra sarà tornato a pieno regime. Anche in questo caso, sovrapporre tecnologie emergenti a sistemi già noti può contribuire a migliorare la situazione. Applicazioni biometriche, che verificano l’identità utilizzando tecnologie come il riconoscimento facciale o la scansione delle impronte digitali, sono una forma di identificazione digitale sempre più comune negli aeroporti.

I frequent flyer le utilizzano da tempo. Negli Stati Uniti, programmi come Clear e Global Entry si limitano a scansionare il volto del viaggiatore per verificarne l’identità, senza la necessità di fornire un documento fisico come il passaporto o la patente di guida. Se inizialmente queste tecnologie erano destinate ai viaggiatori abituali e comportavano costi e processi di applicazione aggiuntivi, ora la biometria è stata integrata nelle operazioni aeroportuali per tutti i viaggiatori. Negli Stati Uniti, un programma sperimentale con l’aeroporto internazionale di San Francisco e la United Airlines prevede l’utilizzo di un sistema di riconoscimento facciale dei passeggeri per consegnare i bagagli, superare i controlli di sicurezza e imbarcarsi senza mai presentare un documento d’identità.

Persino il controllo dei passaporti – il tormento dei viaggiatori internazionali – viene semplificato con l’identificazione digitale. A Singapore, a partire dal 2023 tutti i viaggiatori effettueranno il controllo dei passaporti con sistemi biometrici automatizzati. Una procedura simile è già in uso a Dubai con il programma Smart Gate, che consente ai residenti emiratini e ai cittadini degli Emirati Arabi Uniti, dei paesi del CCG e di altri paesi idonei al rilascio immediato del visto in ingresso, di passare il controllo passaporti con il solo riconoscimento facciale. Queste tecnologie non sono pensate solo per gli aeroporti: anche i valichi di frontiera terrestri e marittimi stanno introducendo sistemi biometrici per agevolare i viaggiatori.

Sostenere il futuro

Dopo anni di restrizioni alla mobilità e spesso anche confinamento alle quattro mura domestiche, il mondo è pronto per tornare a esplorare. Al contempo, le città stanno gestendo un nuovo modello di vita e di lavoro tra i residenti. Ecco perché, nel pensare a come soddisfare al meglio le esigenze di viaggiatori e visitatori in futuro, dovranno assicurarsi che le loro infrastrutture non favoriscano solo l’importantissimo settore del turismo, ma anche i residenti, che meritano di vivere in città sostenibili, inclusive e fiorenti.


Joseph Losavio - Come manager dell’Ecosystem Engagement & Development per Global Cities a Mastercard, si occupa della partecipazione in City Possible, la rete di Mastercard per lo sviluppo di soluzioni e l’acquisizione di competenze complementari per le città globali. In precedenza, è stato specialista nella tecnologia delle infrastrutture per il team Città, infrastrutture e servizi urbani presso il centro per la Quarta rivoluzione industriale del World economic forum e ha anche lavorato per diversi anni nel gruppo Altria. Detiene una duplice laurea all’università della California meridionale e un master in Studi internazionali avanzati alla scuola Johns Hopkins.

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