A dividere città come Valencia, Dubai e Mexico City da Johannesburg, Francoforte e Parigi, non è né la lingua né la posizione geografica, bensì una combinazione di valori che determina il livello di qualità della vita per le esperienze e i servizi offerti dalle città, e che vedono sul podio le prime tre citate, mentre le altre classificate agli ultimi posti come le peggiori città in cui andare a vivere.
A rivelarlo è il sondaggio Expat Insider 2022 svolto da InterNations che, come community internazionale più grande al mondo per chi vive e lavora all’estero, raccoglie annualmente le opinioni degli expats membri sulle città in cui vivono attualmente.
Nel 2022 InterNations ha chiesto a 11.970 espatriati, rappresentanti di 177 nazionalità e residenti in 181 Paesi o territori, di fornire informazioni e valutare fino a 56 aspetti della vita urbana all’estero. Da questo processo di valutazione ne è emersa una classifica di 50 città che vengono analizzate secondo cinque parametri, a cominciare naturalmente dagli aspetti fondamentali dell’espatrio, come la gestione delle questioni amministrative, la ricerca di un alloggio, la lingua e poi la facilità d’insediamento, il lavoro all'estero, la finanza personale e, ancora, la qualità della vita, inclusa una valutazione sui servizi e le infrastrutture per la mobilità e i trasporti.
Valencia è la città che si classifica al primo posto come ambiente vivibile e conveniente: con un sistema di assistenza sanitaria facilmente accessibile, clima favorevole e l’implementazione di una mobilità sostenibile, di cui si ritiene soddisfatto l’85 per cento degli espatriati, è la città che più di tutte riesce a garantire un miglioramento della vita ai propri cittadini e a soddisfarne i bisogni. L’obiettivo dell’assessore alla mobilità Giuseppe Grezzi è di creare una città che segua il format “meno macchine, più verde” e si impegna a raggiungere la neutralità carbonica con diverse iniziative: l’aumento delle aree pedonali (fino a 150mila metri quadrati), delle piste ciclabili percorribili (fino 170 chilometri nel 2022, con un aumento dell’uso della bicicletta fino al 217%), limiti di velocità ai veicoli (il 73% delle strade sotto i 30 chilometri orari) e il rafforzamento del sistema del trasporto pubblico, ad esempio con i mezzi che proseguono l’orario delle corse fino a notte inoltrata.
Secondo la classifica che tiene conto di tutti i cinque parametri considerati per il sondaggio, il podio viene completato dalle città di Dubai e Mexico City, che tuttavia non brilla sui temi di salvaguardia ambientale, trasporti, benessere e sicurezza. Al contrario, l’indagine InterNations riconosce l’impegno di Copenhagen nel migliorare la qualità della vita anche attraverso soluzioni smart per l’ottimizzazione delle infrastrutture per la mobilità e il traffico, il rispetto per l’ambiente e il clima, i servizi offerti ai cittadini.
La capitale danese si distingue soprattutto per i piani di architettura che ripensano il rapporto tra città e natura. Dalla sfida contro il riscaldamento climatico, Copenhagen raccoglie opportunità per creare soluzioni sostenibili e innovative come la riduzione delle strade asfaltate per creare parchi urbani. Ne sono un esempio il Tåsinge-Plads o l’Enghavepark, ribattezzati rispettivamente come Water e Climate Park, dove vengono raccolte grandi quantità di acque pluviali in bacini o dai tetti del quartiere per essere poi ridistribuite per irrigare il verde; è lo stesso green design dei quartieri a proteggere dall’inquinamento acustico, mitigare le isole di calore e favorire l’inclusione sociale.
Francoforte e Parigi si collocano agli ultimi posti per ragioni di natura economica, dal momento che il costo della vita in entrambe le città si riflette sulle finanze personali degli expat che non lamentano solo la difficoltà di reperimento di un alloggio, soprattutto nella capitale francese, ma anche di inserimento nella cultura ospitante. Uno dei parametri che contribuisce in maniera incisiva al posizionamento di Johannesburg come ultima classificata, è invece la percezione da parte dei cittadini di un basso livello di sicurezza, che nella città sudafricana registra i valori più alti, il 62% rispetto al 9% globale.
D’altra parte, nelle città in cui si affianca alla tecnologia una governance efficace, si garantiscono ai cittadini servizi migliori e, anche senza raggiungere lo sviluppo avanguardistico di metropoli come Singapore, l’impiego di piattaforme digitali associato a sistemi di analytics può fare la differenza in diversi ambiti: dalla sicurezza alla mobilità, passando per l’ambiente.
L’esperienza di città come Barcellona e Valencia ne sono una prova. Nel capoluogo catalano si sperimentano strumenti di intelligenza artificiale (AI) e machine learning per la prevenzione di incendi stradali sviluppando capacità di previsione e controllo. Pochi chilometri più a sud, nella terza città della Spagna, è stato di recente presentato il progetto Ecopeatge, un sistema di pedaggio satellitare supportato dal cloud computing, che dovrà contribuire a raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 50% entro il 2030.
Tutti gli accorgimenti urbani tra mobilità sostenibile, green design e tecnologia, sono funzionali al raggiungimento del benessere fisico e mentale dei cittadini, permettono di vivere in armonia con la natura e gettano i presupposti per l’implementazione delle città del futuro.