La domanda di viaggi nella natura è aumentata nel corso della pandemia

La domanda di viaggi nella natura è aumentata nel corso della pandemia

Natura e sostenibilità, le parole chiave della prossima vacanza

Anche il turismo cambia e il Covid-19 ha solo accelerato il processo. Ecco come percorsi, destinazioni ed esperienze possono cavalcare l'onda perfetta della sostenibilità post pandemia

Non voliamo più come una volta soprattutto per due ragioni: burocrazia e costi, entrambi aumentati notevolmente. Anche se ormai le restrizioni agli spostamenti sono state revocate in gran parte dei paesi, la Commissione Europea prevede un aumento dei costi dei voli dell'8% nel 2022. I prezzi salgono perché il trasporto aereo è stato colpito duramente dalla pandemia. Inoltre, sempre più persone sono consapevoli del suo grande impatto ambientale. Tutto questo non significa che le "vacanze a casa" siano il futuro, anzi, gli psicologi sostengono che viaggiare faccia bene alla salute mentale, alla felicità e alla concentrazione. Secondo molti esperti di viaggi, la buona notizia non è solo che torneremo a viaggiare, ma che viaggeremo meglio. Con la pandemia, le persone hanno avuto il tempo di pensare a come viaggiare in modo più responsabile e sostenibile. 

Tra gli effetti positivi ci sono l'aumento delle destinazioni nazionali a causa dei lockdown e delle limitazioni agli spostamenti, ma anche il rinnovato interesse per le mete a contatto con la natura, oltre al miglioramento degli standard igienico sanitari nel settore dell'ospitalità. La consapevolezza legata a cultura, natura ed ecologia è certamente un risultato positivo, ma conosciamo fin troppo bene anche gli effetti negativi, come la perdita di posti di lavoro. Solo nell'Unione Europea, sono 13 milioni le persone impiegate in campo turistico e alcuni paesi come Italia, Spagna e Grecia hanno dovuto fare i conti con le cancellazioni di massa nelle tradizionali mete del turismo. Eliminate le restrizioni agli spostamenti, molti sperano di "ripristinare l'ordinaria amministrazione", ma il ritorno al turismo di massa sarebbe fatale per la lotta al cambiamento climatico considerato che il settore è responsabile dell'8% delle emissioni globali. Organizzazione Mondiale del Turismo e Unione Europea sono decise a reindirizzare il turismo internazionale verso un percorso più sostenibile.

La risposta europea alla pandemia

Di fronte alla più grande recessione dalla Seconda guerra mondiale, nel 2020 l'Unione Europea ha cercato da subito di stimolare il turismo attraverso l'erogazione di contributi alle aziende, tra cui molte piccole e medie imprese. Nel quadro dello strumento europeo per la ripresa Next Generation EU, la Commissione ha individuato un investimento pari a 161 miliardi di euro per il turismo, il 22% degli 800 miliardi totali del pacchetto destinato ai 27 stati membri dell'Unione. Ogni paese può accedere a prestiti o finanziamenti, sotto l'attenta supervisione dei comitati europei. L'Unione non accetta investimenti in contrasto con il Green Deal europeo e il suo obiettivo di tagliare il 55% delle emissioni UE entro il 2030. Se da una parte la presidente della Commissione Europea Ursula von der Layen ha messo sul tavolo un sostegno economico senza precedenti per le economie europee, dall'altra ha mandato un messaggio chiaro: i beneficiari dovranno rispettare il Green Deal. La transizione ecologica è la chiave del suo progetto politico. Eppure, ridurre l'impronta del turismo non è semplice come sembra, se si pensa che la preparazione di un solo pasto nel ristorante di un hotel europeo produce in media 8 kg di CO₂.

La campagna Race to Zero per le emissioni di CO₂

L'Unione Europea è coinvolta anche nella cosiddetta campagna delle Nazioni Unite Race to Zero, che si prefigge di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030. A questo scopo, il settore dell'ospitalità è fondamentale e dovrebbe diventare più sostenibile attraverso una sua specifica transizione ecologica. Con una serie di tutorial, gli imprenditori possono imparare a ridurre la loro impronta di carbonio attraverso cambiamenti che coinvolgono consumo di energia, trasporti, riscaldamento, packaging, detergenti chimici e la frequenza dei lavaggi della biancheria. Nei ristoranti si raccomandano menù vegetariani o carni e latticini di qualità, qualora non fossero disponibili opzioni 100% vegetariane o vegane. I tutorial, disponibili in diverse lingue, suggeriscono inoltre di avviare la rivoluzione verde con prestiti da reinvestire in aziende sostenibili. Infine, anche la richiesta, da parte di queste aziende, di energia proveniente da risorse rinnovabili stimolerebbe la domanda di energia pulita, innescando così un circolo virtuoso.  

L'affitto di alloggi e il cambiamento climatico

Ma ristoranti e hotel non sono gli unici a farsi carico della lotta per il cambiamento climatico, al loro fianco ci sono anche le piattaforme online per l'affitto di camere e appartamenti. Con oltre 150 milioni di clienti in tutto il mondo, Airbnb si è impegnata in un piano per ridurre le sue emissioni di CO₂. Per raggiungere l'obiettivo, ad aprile 2021 l'azienda ha lanciato un polo informativo per insegnare ai suoi membri a ridurre la propria impronta di carbonio. La svolta verso un modello più sostenibile ha permesso all'azienda di superare il drammatico calo delle prenotazioni dovuto alla pandemia. Dopo la perdita di un miliardo di dollari nel primo mese a causa delle restrizioni agli spostamenti, l'azienda intravede ora una ripresa, anche se non per tutti i settori della sua attività, come gli alloggi di lusso o gli hotel nelle metropoli, ancora lontani dai livelli pre-pandemia.

Secondo l'amministratore delegato di Airbnb Brian Chesky, siamo ora testimoni di una "grande rivoluzione" che "cambierà per sempre il volto del turismo". In attesa di tornare alla normalità, molti sono più consapevoli dell'impronta ecologica dei viaggi e preferiscono scoprire cittadine e piccole comunità locali, oppure parchi nazionali e altre bellezze naturali. E questa tendenza non sembra destinata a scomparire. Il fenomeno del sovraffollamento turistico, secondo Chesky, è ormai solo un ricordo. In passato, circa la metà delle entrate di Airbnb proveniva da solo 20 città. Oggi ognuna di queste rappresenta al massimo il 2% delle prenotazioni totali. 

"È il momento di programmare una vacanza accogliente, intima e rilassante con le persone a cui vuoi bene". Questo è il messaggio che oggi Airbnb manda ai suoi clienti. Un messaggio forse poco avventuroso, ma sicuramente meno costoso e più sostenibile di volare all'estero. Ma non è certo la fine dei voli oltreoceano. Viaggeremo con più consapevolezza e con un'impronta più sostenibile. L'ambiente sarà la chiave del turismo post pandemia, non una moda passeggera. 


Susan Dabbous - Susan Dabbous è una giornalista freelance basata a Bruxelles e lavora per diversi media e testate tra cui Euronews per cui si occupa di Affari europei. Le sue competenze si concentrano su temi come il cambiamento climatico, migrazioni e violazione di diritti umani. In precedenza ha lavorato come corrispondente dal Medio Oriente per Avvenire e SkyTG24.

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