Idrogeno green: ecco i maggiori impianti e progetti per produrlo in Europa

L’idrogeno verde promette di decarbonizzare il sistema energetico, ma tra obiettivi UE e reale capacità produttiva c'è la necessità di costruire i nuovi impianti. Vediamo quali sono i più grandi a oggi presenti o in costruzione in Europa

Secondo le stime, l'idrogeno potrebbe raggiungere il 5-20 per cento del fabbisogno energetico nel settore dell'industria

«Come lo sbarco dell’uomo sulla Luna»: così nel dicembre 2019 la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen definiva la portata del Patto verde europeo, l’insieme di proposte politiche per il raggiungimento entro il 2050 della cosiddetta neutralità climatica, ovvero una situazione di equilibrio tra l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera e quella rimossa. Il programma – meglio noto come Green Deal – stabilisce un percorso preciso per il conseguimento dell’obiettivo finale, delineando a questo proposito delle mete intermedie, come la riduzione di almeno il 55% di emissioni inquinanti entro il 2030. Tra le diverse strategie presentate dalla Commissione per favorire tale transizione spicca quella dedicata all’idrogeno green, elemento considerato fondamentale nel processo di decarbonizzazione dei 27 paesi UE.

Il termine “idrogeno green” viene infatti utilizzato per indicare la variante “pulita” dell’idrogeno, prodotta attraverso l’utilizzo esclusivo di fonti energetiche rinnovabili, che non emettono dunque CO2 nell’ambiente. Aumentarne la produzione e il conseguente impiego nella filiera energetica significherebbe pertanto avanzare lungo la strada sancita dal Green Deal, avendo ben chiaro l’obiettivo da perseguire. Secondo le stime, l’idrogeno green potrebbe arrivare a soddisfare tra il 5 e il 20% del fabbisogno energetico nel settore industriale, toccando punte del 50% nel caso dei trasporti. Nel 2022 però tale gas rappresentava solamente il 2% del mix energetico europeo e il suo ciclo produttivo prevedeva in buona parte l’impiego di fonti non rinnovabili. Necessaria pare quindi la costruzione di nuovi impianti in grado di immetterne di verde sul mercato, accanto al potenziamento di quelli già esistenti.

Guardando alla distribuzione geografica dei siti produttivi già avviati e a quella dei progetti in fieri si può notare come a oggi l’idrogeno verde sia presente in tutti e quattro gli angoli dell’Unione.
 

La produzione in Danimarca

Finanziato anche grazie al contributo del governo danese (con un investimento pari a 33,1 miliardi di Euro), l’impianto di produzione di idrogeno verde di Fredericia – cittadina centro-meridionale della penisola – ha visto la luce nel dicembre del 2022. Collocato nei pressi di una raffineria, HySynergy – questo il nome che la compagnia proprietaria Everfuel ha dato al progetto – ha una potenza di 20 mega watt (MW). L’obiettivo è di raggiungere il gigawatt entro la fine del decennio. Nei mesi successivi alla messa in funzione, la struttura si è concentrata sulla produzione in larga scala del gas per la commercializzazione e sullo sviluppo di soluzioni di rifornimento per mezzi pesanti, come autocarri e autobus. 
 

Lo stabilimento spagnolo

Nel 2020 la corporation energetica Iberdrola annunciava un investimento di 150 milioni di Euro per la costruzione di un impianto per la produzione di idrogeno verde nella località di Puertollano, nella zona centro-meridionale della penisola iberica. Con una potenza di 20MW, la struttura è entrata in funzione nel maggio del 2022, con un cerimonia di inaugurazione che ha visto il coinvolgimento delle più alte istituzioni spagnole. Il gas pulito, risultato di un processo di elettrolisi alimentato da energia elettrica di origine solare, viene adoperato nel ciclo produttivo dell’ammoniaca della vicina azienda di fertilizzanti Fertiberia. Quest’ultima ha potuto quindi ridurre del 10% il proprio fabbisogno di gas naturale, mentre 39.000 sono le tonnellate di anidride carbonica non immesse in atmosfera grazie a questo sito.
  

Il più grande impianto dell’Europa centro-orientale

10 MW di potenza e una capacità produttiva di circa 1.600 tonnellate di idrogeno verde all’anno: sono questi i numeri dello stabilimento di Százhalombatta, in Ungheria, recentemente avviato dal gruppo MOL, il più grande impianto dell’Europa centro-orientale. L’idrogeno ottenuto dall’impiego di fonti energetiche rinnovabili verrà utilizzato dalla vicina raffineria, le cui emissioni di anidride carbonica diminuiranno di 25.000 tonnellate all’anno. MOL si impegnerà a utilizzare il gas pulito nella propria produzione di carburante. Il gruppo è intenzionato a replicare tale modello anche in altri territori della regione, come Bratislava e Rijeka, nei prossimi due anni.
 

Il gigahub italiano

Lo scorso 11 giugno sono stati ufficialmente aperti i lavori per la costruzione dell’impianto per la produzione di idrogeno verde a Cernusco sul Naviglio (nei sobborghi di Milano). Risultato della collaborazione tra i player del settore De Nora e Snam, il progetto è stato finanziato anche dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per 63 miliardi di Euro e la sua entrata in funzione è prevista per l’inizio del 2026, dopo il termine dei lavori negli ultimi mesi del 2025. La capacità produttiva a pieno regime del polo – che si estende per 40.000 metri quadrati – è fissata a 4GW, con il raggiungimento di 2GW prodotti entro il 2030. Se confermati, tali numeri renderebbero il gigahub italiano il più grande al mondo e l’unico nella sua tipologia nel vecchio continente. Oltre a idrogeno verde da immettere nella filiera energetica, lo stabilimento infatti produrrà elettrolizzatori (gli strumenti necessari per la scissione dell’acqua in ossigeno e idrogeno) per rispondere alla crescente domanda, globale ed europea.

Secondo le ultime analisi, la domanda globale di idrogeno verde è in rapida crescita: 1.400 miliardi di dollari è l’indotto calcolato. La potenziale capacità produttiva di idrogeno verde dell’UE può quindi giocare un ruolo strategico nel percorso di transizione energetica e neutralità climatica. 


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