Un mezzo di trasporto, ma non solo. I droni, strumento per la consegna via aria di farmaci, plasma e organi, hanno assunto un nuovo ruolo anche per la sicurezza stradale e per la governance.
In un ruolo da comprimario, a fianco delle forze dell’ordine, utilizzato come una sorta di “drone poliziotto”, il velivolo permette di unire all’intelligenza umana quella artificiale e una tecnologia avanzata. Nel tempo sono diventati un nuovo strumento essenziale delle smart city per prevenire e monitorare minacce alla salute pubblica e alla sicurezza, per individuare abusi ambientali o edilizi e per una migliore gestione del traffico urbano ed extraurbano.
L’esperienza, in Italia come all’estero, sta rivoluzionando tanto il controllo dei reati quanto la gestione della “cosa pubblica”. Nonostante i dubbi sollevati da alcuni osservatori sul rispetto della privacy dei cittadini, è ormai largamente diffusa l’idea che i droni possano essere un utile strumento nelle mani degli agenti. Ma anche dei vigili del fuoco o della protezione civile, che possono utilizzare l’occhio dei droni nelle missioni di ritrovamento e salvataggio.
Nelle smart city, il drone permette di migliorare la gestione del traffico e di risolvere gli incidenti. «I droni hanno avuto un impatto radicale non solo nella gestione del traffico, ma anche nella ricostruzione degli incidenti stradali - spiega Gaetano Barione, segretario generale dell’Associazione professionale polizia locale d’Italia, a Infra Journal -. La polizia stradale è ora in grado di ridurre il tempo necessario per mappare un luogo e per acquisire prove. Inoltre, i dati che permettono di raccogliere sono utilizzabili per rendere più scorrevole il traffico nelle grosse arterie stradali, oltre a essere di qualità migliore rispetto ai dati ottenuti con metodi precedenti, che richiedevano ore».
Oltre ad avere grande precisione e ad essere alimentati in modo sostenibile (senza carburanti fossili), i droni offrono diversi vantaggi. «Possono essere dispiegati dalla polizia per una serie di missioni di osservazione, come lo scouting di aree chiave o sospette, ottenere una consapevolezza situazionale vitale per meglio definire le tattiche di dispiegamento, monitorare il comportamento e il movimento della folla».
Il tutto con una prospettiva diversa. «Le telecamere a circuito chiuso possono essere vandalizzate o coperte. L’altezza di un drone rende difficile, se non impossibile questa evenienza. In vista di un grande evento, questi strumenti possono essere utilizzati per prevenire problemi critici come traffico intenso e minacce alla sicurezza pubblica, per esempio, nei cortei di protesta. Ovviamente il tutto nel rispetto della normativa vigente, la legge sulla gestione del traffico aereo e dei velivoli senza pilota, che ha avuto la sua seconda lettura in Parlamento nel gennaio 2020», conclude Barione.
Un asso per le indagini giudiziarie
Il principale ambito di interesse degli UAS (velivoli aerei senza pilota) per le polizie locali riguarda le operazioni di rilievi video-fotografici, in quanto questi sistemi consentono il monitoraggio degli scenari operativi e la trasmissione a terra di immagini e dati, utili alle indagini nei diversi campi di competenza per supportare l’attività decisionale dell’autorità giudiziaria.
Gli UAS possono essere utili in missioni di fotogrammetria in aree estese, remote o in condizioni ambientali avverse, dove i mezzi aerei tradizionali possono trovare impedimenti o limitazioni nel tutelare la sicurezza del personale operante e delle persone sorvolate. Tuttavia «alla relativa facilità e versatilità d’impiego degli UAS si contrappone la complessità della gestione degli stessi nello spazio aereo dato che, essendo a tutti gli effetti aeromobili, è necessario che siano rispettate tutte le norme aeronautiche finalizzate ad assicurare la sicurezza delle operazioni di volo e dei terzi sorvolati», spiega l’Ente nazionale per l’aviazione civile.
Per poter utilizzare il drone, anche le forze di polizia (come tutti gli altri enti pubblici) hanno bisogno di piloti certificati, preparati a gestire ogni possibile evenienza. Enac, autorità unica di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo, rilascia le autorizzazioni per le operazioni in categoria specifica, ai sensi del regolamento UE 2019/947, nella quale ricadono la maggior parte delle operazioni di questo genere.
Molte realtà municipali si rivolgono all'ente per la sottoscrizione di convenzioni e protocolli d'intesa per facilitare l’attività delle polizie locali in aderenza alla normativa europea. L’Enac, inoltre, promuove accordi a livello regionale e nazionale (con Anci) al fine di standardizzare le procedure e facilitare lo sviluppo nel settore della Innovative Air Mobility.
Nel mondo
Tra i paesi che hanno fatto dei droni un alleato per la sicurezza, in Cina sono serviti come “agenti” delle forze dell’ordine nelle fasi del Covid per invitare le persone a non andare in giro senza indossare una mascherina. A Dubai, in Indonesia e in Francia vengono usati per disinfettare le strade. In Irlanda si sta mettendo mano alla legge per permettere ai poliziotti di avvalersi degli aeromobili a pilotaggio remoto in diverse circostanze, utilizzando tra l’altro le immagini e i video raccolti a vantaggio delle indagini. Ad oggi, infatti, Dublino impone disposizioni a favore della tutela della privacy che limitano l’archiviazione dei dati ottenuti con i droni.
Negli Stati Uniti sono ormai considerati quasi una presenza comune nelle città. Nei cieli sopra Chula Vista, il dipartimento di polizia gestisce un programma di droni per dieci ore al giorno, sette giorni alla settimana, con quattro siti di lancio e non è raro vedere sfrecciare un velivolo senza pilota. Un agente che sta per entrare in un appartamento dove c'è un potenziale sospetto può chiedere via radio il supporto di uno dei 29 droni del dipartimento. Poter disporre di questa risorsa di ricognizione aerea è diventato normale, per gli agenti della cittadina californiana.