Il robotaxi va in strada e la competizione è aperta

Il taxi robot è quasi realtà: Google, Amazon, Baidu e altre compagnie stanno sviluppando veicoli autonomi in diverse città del mondo

Servono un’app, un tragitto e una destinazione. L’autista? È il computer di bordo. Arrivano i robotaxi, l’ultimo esempio di veicolo a guida autonoma di “livello 4”, ossia senza conducente umano al volante. Programmate per muoversi in totale autonomia e fermarsi solo in caso di guasto, queste automobili vengono messe in servizio per il trasporto di persone come un vero e proprio taxi, ma senza conducente. Possono però muoversi solo a velocità limitata all’interno di aree circoscritte prestabilite dalle autorità locali e adeguatamente attrezzate. Il raggiungimento del “livello 5”, quello di massima autonomia, resta per ora fuori portata, visti gli attuali limiti tecnologici e infrastrutturali. 

Le compagnie “Big Tech” si sono lanciate sul mercato, facendo concorrenza alle grandi case automobilistiche con ricerche e ingenti investimenti. Waymo, per esempio, è la società di auto a guida autonoma fondata da Google che già oggi offre un servizio taxi. La compagnia ha siglato una partnership con Fiat Chrysler e ha automatizzato il minivan Chrysler Pacifica Hybrid. Inoltre ha lanciato con Jaguar I-PACE il primo suv a guida autonoma completamente elettrico. 

Anche Amazon sta investendo nel suo servizio: Zoox. Testato inizialmente solo per gli spostamenti interni all’azienda dei dipendenti, nel febbraio del 2023 ha portato un veicolo AV per la prima volta su una strada pubblica, effettuando un test a Foster City (California).

General Motors è una delle case automobilistiche tradizionali più attive nello sviluppo della guida autonoma e punta a espandere il suo servizio di robotaxi Cruise anche fuori da San Francisco. Oggi tale servizio è usufruibile solo dopo essersi iscritti a una lista d’attesa. Le case giapponesi mostrano grande attenzione a questo comparto. Hyundai ha creato Robotaxi, basato sul modello Ioniq5, con un primo test effettuato a Las Vegas mentre Nissan ha fornito i veicoli utilizzati per ServCity, il programma sperimentale per questo tipo di automobili a Londra.

E nella competizione globale al primato tecnologico, la Cina non rimane certo indietro. Alla leader di mercato Auto X si stanno affiancando Baidu, SAIC Mobility, Huawei e Xiaomi. Baidu, in sostanza l’omologo di Google nella terra del Dragone, opera già sul territorio di Wuhan e di Chongqing con i robotaxi a guida autonoma con due milioni di corse effettuate all’attivo, a inizio 2023. La compagnia punta a raddoppiare il numero dei veicoli in circolazione nel corso dell’anno ed è pronta a espandere il suo servizio Apollo Go anche a Pechino.

In Europa, le aziende francesi EasyMule e Navya stanno investendo nel settore dei robot shuttle, piccoli autobus a guida autonoma. L'Italia è partita in ritardo ma sta recuperando grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). 

I robotaxi si muovono grazie a una combinazione di diverse tecnologie e attraverso diversi sensori creano una mappa dell’ambiente circostante. I dispositivi Lidar permettono di misurare le distanze rispetto a ostacoli, veicoli o altri oggetti grazie a un sistema di telerilevamento basato su impulsi di luce laser. Lungo l’automobile vi sono poi altri sensori a ultrasuoni e diverse telecamere installate sul veicolo leggono i cartelli stradali, i semafori e individuano i pedoni nelle vicinanze.

Tutti i sensori hanno un sistema di pulizia autonoma, possono funzionare anche sotto la pioggia e in condizioni atmosferiche sfavorevoli. Le informazioni che raccolgono vengono poi processate da un potente software che elabora previsioni sul comportamento degli altri veicoli in movimento. 

Tra i principali problemi da superare, per promuovere lo sviluppo dell’industria e del mercato in questo settore, c’è la necessità di districarsi tra le varie regolamentazioni dei governi, ogni paese infatti ha le proprie normative sul tema. Altre polemiche riguardano la difesa della privacy. Un documento interno della polizia di San Francisco spiegava come comportarsi con le auto a guida autonoma, indicate come possibile fonte di prove visive. Ogni giorno infatti tali veicoli entrano in possesso di moltissime immagini attraverso le loro telecamere e questo aspetto ha suscitato diverse perplessità tra i difensori della privacy. 

Sono molti però anche i vantaggi che sarebbero attesi dalla diffusione dei veicoli a guida autonoma. Per esempio si potrebbero ridurre notevolmente gli incidenti stradali, eliminando l'errore umano e la distrazione, alla base del 90% dei sinistri. Inoltre avrebbe un grosso impatto sulla vita delle persone nelle città. Un report di ITDP definisce l’automazione, l’elettrificazione e lo sharing come le tre rivoluzioni del trasporto urbano. Grazie a queste innovazioni si potrebbero infatti ridurre del 30% i veicoli sulle strade e decongestionare il traffico nelle città, abbattere dell’80% le emissioni di CO₂ e tagliare il costo del trasporto pubblico del 40%.


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