«Dobbiamo aiutare le persone a ritrovare la voglia di viaggiare e programmare», dice Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030

«Dobbiamo aiutare le persone a ritrovare la voglia di viaggiare e programmare», dice Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030

Gli aeroporti oltre la pandemia: alleanze e sostenibilità per ripartire

Il comparto guarda avanti, per riportare i volumi di traffico ai livelli del periodo pre-pandemia e oltre il sopraggiunto conflitto in Ucraina. Infra Journal ne ha parlato con Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030

Come l’araba fenice anche gli aeroporti italiani, affossati dagli effetti di due anni di pandemia e ora appesantiti dall’incertezza generata dal conflitto ucraino, sono pronti a risorgere dalla proprie ceneri. 

Alleanze strategiche e sostenibilità saranno i driver di questo rilancio come spiega a Infra Journal Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030, l’associazione che raggruppa gli scali di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Venezia, Treviso, Verona e Brescia, con l'obiettivo di esplorare nuove opportunità, favorendo l’interlocuzione con attori istituzionali, enti di ricerca, partner industriali e società civile.

Dopo due anni di pandemia, una guerra. Quali sono gli impatti sul sistema aeroportuale?

«I 200 voli settimanali da e per l’Italia con Russia e Ucraina non ci sono più e la chiusura dello spazio aereo sta imponendo la definizione di nuove rotte per i voli verso l’Oriente, con inevitabile allungamento dei tempi di viaggio e aumento dei costi per il carburante. In questo momento la programmazione dei voli estivi non sta subendo grandi ripercussioni, ma la preoccupazione che i flussi internazionali possano rallentare si fa sentire. Poi c’è un discorso generale di tipo psicologico: dobbiamo aiutare le persone a ritrovare la voglia di viaggiare e programmare».

Quando torneremo ai numeri del 2019?

«Gli scali italiani hanno chiuso il 2021 in crescita rispetto al 2020 (+52,4%) ma con una contrazione del 58,2% sul 2019, ultimo anno non interessato dalla pandemia. Non possiamo sapere quando torneremo a volare alto, c’è stata una buona spinta per la ripresa, ma in questo quadro di incertezza non riusciamo a prevedere gli sviluppi soprattutto sul traffico intercontinentale. Per questo è necessario proiettarsi verso una visione innovativa che garantisca il decollo della connettività del futuro, abbandonando gli stereotipi del passato».

Quali iniziative auspicate possano essere prese per favorire la ripresa del settore?

«Enac ha erogato i primi 300 milioni, il 50% dei ristori del Governo previsti per i danni causati dalla pandemia. Inoltre, sono state rimodulate le regole di viaggio per l’estate 2022 alleggerendo le restrizioni. Iniziative conservative, ma fondamentali per un settore che ha accusato flessioni dell’80%. Ora l’importante è guardare avanti. Non esistono solo sicurezza e rapidità, la ripartenza degli scali italiani passa dalla sostenibilità e dalle alleanze strategiche. Stiamo avviando una serie di accordi di programma con importanti operatori del settore dei trasporti e dell’energia, per studiare le strade migliori per un nuovo trasporto aereo».

Quanto conta l’intermodalità in questa evoluzione?

«È essenziale far convergere in modo ottimale il trasporto aereo, marittimo e ferroviario. Per questo ci sono interlocuzioni in atto con Rfi e Trenitalia per fare arrivare l’Alta Velocità negli aeroporti e per potenziare le stazioni di arrivo. Ma dobbiamo tutti capire che per fare questo ci vuole progettazione».

Che cosa ne pensa del ritorno di una compagnia di bandiera come Ita e del progetto di una possibile alleanza con Msc?

«Il successo di Ita è importante per il sistema aeroportuale nazionale e penso che il suo piano di sviluppo intercontinentale sia strategico per aumentare la connettività del nostro Paese. La possibile alleanza con il colosso dei mari, così come il possibile sviluppo di alleanze con altri vettori internazionali, confermano che l’integrazione cielo-mare è importante in una visione integrata del turismo».

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza il trasporto aereo non viene menzionato…

«È vero, ma stiamo comunque preparando progetti per riportare ai ministeri e a Palazzo Chigi le indicazioni essenziali per quando il Pnrr e i suoi fondi saranno ampliati. Si libereranno risorse tra chi non riuscirà nei tempi a realizzare i progetti. Ecco che allora saremo pronti con una serie di proposte cantierabili che mirano alla nascita di nuove infrastrutture».

Sostenibilità e aeroporti, a che punto siamo? 

«Per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi del 2015, l’Unione Europea ha assunto con il Green Deal europeo l’impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. A tal fine, è stato varato il pacchetto “Fit-for-55” che mira ad anticipare la riduzione delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2030. Da ultimo, gli operatori europei del settore, le istituzioni e i governi nazionali, con la Dichiarazione di Tolosa del 2022, hanno formalmente riconosciuto la necessità di un’azione immediata e uniforme per decarbonizzare il comparto aereo e far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Si stanno moltiplicando le intese e gli accordi per la neutralità carbonica al 2030. Dai nuovi carburanti, a nuovi tipi di aereo a basso consumo, si tratta di una sfida cruciale per il nostro sistema».


Sofia Fraschini - Giornalista economico-finanziaria, laureata in Sociologia a indirizzo Comunicazione e Mass media, ha iniziato la sua carriera nel gruppo Editori PerlaFinanza (gruppo Class Editori) dove ha lavorato per il quotidiano Finanza&Mercati e per il settimanale Borsa&Finanza specializzandosi in finanza pubblica e mercati finanziari, in particolare nei settori Energia e Costruzioni. In seguito, ha collaborato con Lettera43, Panorama, Avvenire e LA7, come inviata televisiva per la trasmissione L’Aria che Tira. Dal 2013 lavora come collaboratrice per la redazione economica de Il Giornale e dal 2020, per il mensile del sito Focus Risparmio di Assogestioni.

Altri come questo