Tecnologie, competenze e propositi stanno convergendo a Valencia per ottenere una gestione del traffico più inclusiva e sostenibile: Ecopeatge è la strada rivoluzionaria che potrebbe condurre in ultima analisi a un ambiente urbano più pulito, migliorando la qualità dell’aria e la salute dei cittadini. Un sistema di pedaggio satellitare, supportato dal cloud computing, contribuirebbe a raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 50% entro il 2030. L’iniziativa è stata presentata di recente, ma è ancora in fase di sperimentazione. Promosso dall’Associazione Mesura in collaborazione con il Comune di Valencia, il progetto si avvale della competenza tecnica di Abertis Mobility Services, una società del Gruppo Abertis.
Ecopeatge fa parte del programma Missions València 2030, lanciato per migliorare la qualità della vita nella città, che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei 100 centri urbani a emissioni zero in Europa entro quell’anno. Per altro, l’implementazione di un sistema “pay-per-use” rientra anche nelle direttive della legge statale sul cambiamento climatico, che entrerà in vigore nel 2023 per le 149 città spagnole con oltre 50mila abitanti al fine di scoraggiare l’ingresso delle auto in aree inquinate o congestionate.
Come spiega Xavier Querol, Professore di ricerca presso il Consiglio nazionale della ricerca spagnolo (CSIC), «le congestion charge sono ampiamente riconosciute nel forum sulla qualità dell’aria come una delle misure più efficaci per ridurre il numero di veicoli circolanti nelle città e sappiamo che, dove sono state implementate ad esempio a Stoccolma o a Milano, hanno contribuito a ridurre il traffico urbano del 35%. Non esistono misure equivalenti in grado di raggiungere un risultato simile. Il rischio è che ci sia una discriminazione sociale, ma è possibile ridurlo introducendo delle corsie per il car pooling. Riteniamo che questa sia una delle misure più efficaci e nel progetto Air use, sostenuto dalla Commissione Europea, avevamo già elaborato una strategia per ridurre l’inquinamento atmosferico derivante dal traffico con diversi interventi - prosegue Querol -. Il primo consiste nel migliorare il trasporto pubblico metropolitano con parcheggi di interscambio collegati alle linee di autobus; il secondo è la creazione di una zona a traffico limitato con accesso a pagamento per ridurre la circolazione delle auto; il terzo riguarda le politiche di restrizione dei parcheggi; il quarto prevede la definizione di zone a basse emissioni e la distribuzione regolamentata del trasporto merci urbano, e infine il quinto e più importante implica una riprogettazione urbana per includere più aree pedonali e ciclabili. Per realizzare questo progetto bisogna innanzitutto ridurre il numero di veicoli che circolano nelle città e la tassa di congestione è una delle misure più efficaci in tal senso».
Attualmente, più del 50% delle emissioni in città proviene dai trasporti: è chiaro quindi che una delle soluzioni più efficaci consiste nel ridurre drasticamente l’uso dei veicoli privati, sia a combustione che elettrici. «A questo dobbiamo aggiungere la mancanza di spazio pubblico che le auto provenienti dall’area metropolitana già sottraggono ai residenti di Valencia – afferma l’Associazione Mesura –. Ecco perché un cambiamento tecnologico è necessario, ma non sufficiente: serve anche un sistema di tassazione ecologica con pedaggi urbani. La scarsa qualità dell’aria va compensata con un modello inclusivo basato su un trasporto pubblico efficiente».
L’Associazione Mesura riunisce diversi professionisti ed enti che collaborano per raccogliere e utilizzare i dati al servizio di iniziative di trasformazione sociale. Ecopeatge coinvolge ricercatori accademici, innovatori, progettisti e amministratori della Càtedra de Dades Catedrades, della Càtedra de Governança de la Ciutat de València, del servizio Cambiamento climatico del Comune di València e del gruppo di lavoro Infrastruttura dati del Comune di València e di Las Naves.
Il progetto sta studiando diversi scenari per l’implementazione di un sistema di pedaggio urbano basato su un regolamento di mobilità inclusivo. L’obiettivo è stabilire come andrebbero fissati i prezzi in virtù di cinque criteri: diversità funzionale, famiglia numerosa, lavoratori autonomi, veicoli elettrici e residenti. Lo stesso progetto pilota prevede l’applicazione di tariffe diverse per situazioni specifiche, ad esempio per chi deve utilizzare un veicolo privato per raggiungere il posto di lavoro, per le persone con diversità funzionali o con veicoli meno inquinanti, e così via.
Per effettuare il test, con l’ausilio della tecnologia satellitare e di un’auto connessa, cinquanta volontari con profili diversi (privati, addetti alle consegne e lavoratori nel settore dei servizi) hanno misurato vari parametri, come la distanza percorsa ai fini della tariffazione. In base ai dati raccolti, sono stati simulati alcuni esempi di tariffe, nonché un costo massimo giornaliero di 8 euro, che non verrebbe in nessun caso superato a prescindere dal numero di chilometri percorsi nel perimetro di applicazione del pedaggio urbano.
Un lavoratore dell’Università di Valencia che vive ad Alaquàs e guida un veicolo diesel Euro 4, in un lunedì all’ora di punta pagherebbe una tariffa di 1,87 euro per un tragitto di 8,8 km all’interno della zona di ecopedaggio. Tariffa che verrebbe invece azzerata per una persona a mobilità ridotta, che non può fare a meno dell’auto per spostarsi. E ancora, un residente di Valencia che lavora a Pobla de Farnals beneficerebbe durante il fine settimana di una tariffa scontata per i 4,6 km percorsi nella zona a traffico limitato in quanto membro di una famiglia numerosa.
La riduzione del traffico ottenuta negli scenari simulati è compresa tra il 18,6% e il 23,2%, il che contribuirebbe a limitare l’inquinamento atmosferico e taglierebbe le attuali emissioni di gas serra dell’intera città del 13,3-16,7%. Inoltre, tenendo conto degli indicatori della qualità dell’aria, ne conseguirebbe un notevole miglioramento grazie alle minori emissioni, che nel caso dei gas NOx (monossido di azoto NO; biossido di azoto NO₂) scenderebbero addirittura del 21%.
«Secondo i dati del Ministero dei Trasporti spagnolo, il 35% dei gas serra viene emesso in ambiente urbano e oltre il 75% del NO₂ e delle particelle PM presenti in atmosfera è riconducibile al traffico stradale nelle città – spiega Christian Barrientos, CEO di Abertis Mobility Services (AMS) –. Dobbiamo unire le forze e implementare sistemi come i pedaggi stradali, per combattere il cambiamento climatico e cambiare il paradigma di gestione della mobilità urbana, riducendo drasticamente il traffico all’interno delle città e migliorando così la qualità dell’aria e quindi in generale della vita di chi ci abita».
I chilometri percorsi dai veicoli nell’area del test risultano così ripartiti: 26% da veicoli privati, circa il 10% da veicoli di servizio e il restante 64% dai veicoli per le consegne. Con l’implementazione di Ecopeatge, massima priorità verrà attribuita allo spazio urbano dedicato a pedoni, trasporti pubblici, biciclette e scooter.
AMS è il centro di competenza del Gruppo Abertis, presente in 10 paesi e specializzato in servizi di mobilità e piattaforme tecnologiche per le infrastrutture. Ha già implementato una soluzione cloud per la gestione intelligente del traffico che prevede un pedaggio per l’utilizzo delle strade e una tassa per l’inquinamento. Basato sui dati raccolti dai satelliti e dai veicoli connessi negli Stati Uniti, il sistema è già in vigore nell’area interurbana dell’Oregon e dello Utah e sarà presto disponibile anche in Virginia.