Il primo sms mai inviato nella storia? "Merry Christmas". Era il 3 dicembre 1992, quando Neil Papworth, ingegnere di Vodafone, inviò il messaggio di augurio da un computer a un telefonino su rete Gsm. Meno caloroso, ma pur sempre efficace, l'invio della prima email di sempre fra due calcolatori, nel 1971: "QWERTYUIOP", il testo digitato da Rary Tomlinson, ricercatore di Arpanet, negli Stati Uniti.
Da allora, quantità di dati sempre maggiori sono state inviate e ricevute da cavi e antenne radio, fino ai 64,2 ZettaByte generati, consumati o replicati a livello globale solo nel 2020. Una crescita che proseguirà a un tasso annuale di oltre il 23% fino al 2025, stima l'International data corporation (Idc). Dai 79 ZB nel 2021 il traffico salirà a 181 ZB quattro anni dopo, secondo Statista.
L’evoluzione delle reti di dati
La distribuzione delle infrastrutture per le reti di quinta generazione e di connettività fissa in banda ultralarga (Ftth) abiliteranno le tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale. L'Internet delle cose, il cloud computing, le applicazioni di intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata: sono solo alcune innovazioni in grado di facilitare epocali trasformazioni economiche, sociali e assicurare un vantaggio competitivo per i paesi che sapranno restare al passo.
Dapprima, le reti 3G e lo standard Umts hanno portato il web sugli smartphone, che soppiantarono i cellulari 2G fermi ai messaggi di testo da 160 caratteri e dando il via all'app economy e all'Internet 2.0. Più tardi, grazie a un'ampiezza di banda ancora maggiore, le reti 4G, il WiFi e la fibra ottica hanno consentito la continuità dei servizi e dell'economia nei vari lockdown causati dalla pandemia a livello globale. Il settore "Media e intrattenimento", per esempio, ha assorbito da solo 335.139 PetaByte su reti cellulari e 671.178 PB su reti fisse nel 2021, secondo PricewaterhouseCoopers, con un +30% nel consumo di dati.
Finora le reti hanno occupato frequenze di 800 Mhz-2,6 Ghz, mentre il WiFi impiega un range di 2,4-5 Ghz. In Italia il 5G sarà su tre fasce di banda: bassa, per garantire maggiore copertura nelle aree rurali (694-790 Mhz); media, per un misto di copertura e capacità (3,6-3,8 Ghz); elevata, per applicazioni ad ampia capacità con maggiore banda e alte frequenze, ma in aree molto limitate (26,6-27,5 Ghz). Solo in quest'ultimo caso sarà quindi necessaria una capillare installazione di stazioni radio, per servire in maniera ottimale un grande numero di utenti (stadi, stazioni, aeroporti, centri commerciali...).
Il 5G offre maggiore velocità di trasmissione, potenzialmente fino a 10-20 gigabit per secondo, ma a livello commerciale si stima potrà essere generalmente dieci volte più rapido rispetto al 4G, elevando le prestazioni dai 25 ai 250 megabit in download. La rete servirà aree a maggiore densità di utenti, fino a un milione di dispositivi connessi per chilometro quadrato, cento volte più del 4G. Il tutto con una latenza nella comunicazione di solo un millisecondo, 30-50 volte inferiore rispetto a prima.
Il potenziale economico del 5G
Tutto ciò si presta ad applicazioni in grado di aumentare l'efficacia e la produttività in vari settori. Una ricerca PwC ha stimato che "L'impatto economico globale del 5G" sarà di 1.339 miliardi di dollari sul prodotto interno lordo mondiale, entro il 2030. Le reti di quinta generazione potranno favorire un aumento del Pil di 484 miliardi di dollari negli Stati Uniti, seguiti da Cina (220 miliardi), Giappone (76), Germania (65), Regno Unito (54), India (42), Corea del Sud (30) e Australia (20). Per l'Italia, il Centro Studi Tim ha valutato in 393 miliardi di euro di pil aggiuntivo cumulabile entro il 2040.
La sanità sarà il primo settore a beneficiare del 5G, con 530 miliardi di dollari di pil aggiuntivo secondo PwC e si assisterà all'avvento della medicina basata sul paradigma delle "4P": predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa. I casi più citati riguardano l'impiego di dispositivi wearable, la diagnostica machine learning, la chirurgia robotica e a distanza, il trasporto di farmaci con droni, i big data analytics per terapie individuali e molto altro. Altri 330 miliardi di dollari verranno dalla gestione ottimale delle "smart utility", grazie a contatori "intelligenti" e "smart grid" in grado di bilanciare deficit e surplus energetici sulla rete. La sensoristica potrà aiutare a ridurre del 10-20% la produzione di rifiuti solidi a persona grazie a una migliore gestione, mentre lo spreco di acqua dalle reti idriche potrà essere tagliato del 25%. Esperienze immersive AR/VR miglioreranno l'intrattenimento domestico, dal gaming allo streaming di eventi e aprire al marketing in tempo reale, generando 254 miliardi di dollari.
La sola implementazione di robot a guida autonoma permetterà all'industria manifatturiera di ottenere un guadagno di produttività di 130 miliardi di dollari, ottimizzando la gestione degli impianti. Altri 85 miliardi verranno generati nei servizi finanziari, con un maggiore impiego dei robo-advisor, nel settore bancario, assicurativo e finanziario.
Il tandem con la fibra
Primo paese in Europa ad aver assegnato i diritti d'uso nelle bande di frequenze radio per il 5G, l'Italia ha varato a maggio la nuova strategia per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society", con una dotazione di 6,7 miliardi di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'obiettivo è portare la connettività a 1 Gigabit (in download) e a tutte le famiglie, entro il 2026, in anticipo rispetto al 2030 fissato dalla Commissione per l'Unione europea, che richiede di garantire la copertura 5G per tutte le zone abitate. Ai corridoi europei 5G, strade extraurbane e aree mobili a fallimento di mercato, il Governo ha destinato 2 miliardi. Intanto, i cantieri completati dal concessionario Open Fiber per portare la banda ultralarga in tutto il paese sono al 31% per la fibra e al 13% per il fixed wireless access.
Partendo dall'assunto che "investendo in infrastrutture digitali nei territori dove si concentrano le filiere si fornisce una spinta decisiva all’intero sistema produttivo italiano", il Digital Infrastructure Index di Ey ha messo a confronto la presenza di reti e distretti sul territorio. In una scala da 0 a 100, le province meglio attrezzate a fine 2020 sono risultate Genova (100), Milano (92,2), Roma (82,1) e Bologna (80,8), le ultime Enna (8,4) e Fermo (zero). Le reti 5G, la fibra Ftth e gli impianti di sensori Internet of Things risultano maggiormente diffusi a vario titolo nei settori energetico, tecnologico, media, dispositivi medici, farmaceutico e retail. Gli analisti rilevano che, nella primavera 2021, il 20% del territorio era raggiunto da almeno tre operatori 5G e uno di questi era già al 91%.
Infrastrutture e competenze
Più telecomunicazioni, uguale più dati e il valore potenziale della data economy per l’Italia è di almeno il 2,8% del Pil, pari a 50 miliardi (Ey su dati Idc 2020). Un nuovo petrolio che richiede competenze adeguate per la trasformazione digitale di pmi e aziende. Il piano Industria 4.0 ha lanciato nel 2018 otto Competence center nazionali e Bi-Rex, con sede a Bologna, è focalizzato sui Big Data. A inizio novembre il centro ha inaugurato la cella privata 5G, che darà connettività alla linea pilota interna, una smart factory dedicata alle attività "test before invest" delle imprese nelle aree big data, additive manufacturing, robotica, finitura e metrologia.
Negli Stati Uniti il piano infrastrutture ha riservato 65 miliardi di dollari per distribuire internet veloce nel paese, ma la corsa globale alla connettività supera di gran lunga l'orizzonte terrestre. Da un lato, gli investimenti nell'industria dei cavi sottomarini cresceranno ancora dell'11,1% ogni anno, fra 2020 e 2025 toccando i 22,5 miliardi di dollari, secondo Markets and markets. Dall’altro, l'Internet satellitare ha letteralmente aperto una nuova era nella corsa allo spazio: negli Stati Uniti una decina di aziende hanno già chiesto alla Commissione federale per le comunicazioni l'autorizzazione a lanciare in orbita un totale di ben 38mila satelliti.